venerdì 15 dicembre 2023

Marcello Morandini

   francesco Rositani - Pittore – Opere – Quadri – Quotazioni – Ottone Rosai - Casa Museo – Francesco – Cristina  - Alberto Salietti - 

http://www.brundarte.it/2019/12/06/picasso-lodola-mostra-arte-moderna-contemporanea-brindisi/

Installazione domestica

Marcello Morandini nasce a Mantova il 15 maggio 1940. Si trasferisce a Varese nel 1947. Frequenta la Scuola d’Arte di Brera a Milano, città dove lavora anche come aiuto designer per un’industria e come grafico per uno studio professionale. Sono del 1962 i primi disegni legati alla sua ricerca artistica. Nel 1964 inizia le prime opere tridimensionali, esposte nella sua prima mostra personale a Genova nel 1965, curata da Germano Celant. Nel 1967 inizia le prime esposizioni più impegnative a Milano, Francoforte e Colonia. Nello stesso anno è invitato alla “IX Biennale” di San Paolo in Brasile. Nel 1968 è invitato con una sala personale nel padiglione italiano, alla “XXXIV Biennale Internazionale d’arte” di Venezia.
Nel 1969 è invitato a rappresentare l’arte italiana a Bruxelles, nell’ambito delle manifestazioni di “Europalia”. Nel 1970 inizia una collaborazione con il gallerista Carl Laszlo di Basilea; con lui nasce l’importante esposizione del 1972 alla Kestnergesellschaft di Hannover. Nel 1974 realizza il progetto di una piazza del diametro di 30 metri, per il centro commerciale INA di Varese. Nel 1977 è invitato a “documenta 6” di Kassel. Organizza presso i Musei Civici di Varese il secondo “Simposio Internazionale di studi di arte costruttiva” con H. Heinz Holz. Nel 1978 allestisce altre sei sue esposizioni personali in musei in Italia, Austria, Svezia e Germania. Nel 1979 ha la prima delle tre esposizioni personali a lui dedicate dal Wilhelm-Hack-Museum di Ludwigshafen, le altre due seguiranno nel 1994 e nel 2005.
Nei primi anni ottanta inizia una lunga collaborazione con gli studi di architettura Mario Miraglia di Varese e Ong & Ong di Singapore, dove rimane lunghi periodi, per alcuni importanti progetti di architettura, come il Goldhill Center di 38 piani. Nel 1982 è invitato con Attilio Marcolli a “documenta urbana” a Kassel e nello stesso anno riceve una borsa di studio dal DAAD, per un soggiorno di tre mesi a Berlino. Nel 1984 realizza la sua prima esposizione di arte e design al Museo della Ceramica a Cerro di Laveno, Varese. Nello stesso anno è invitato in Giappone; iniziano in questo periodo contatti personali con studi di architettura, visite in alcune università ed esposizioni in diversi musei, curate dall’editore e gallerista Masaomi Unagami di Tokyo. Sempre nel 1984 progetta in Germania la facciata di 220 metri della fabbrica di porcellane Thomas a Speichersdorf. Nel 1985 organizza tre importanti esposizioni, la prima all’Axis Gallery di Tokyo, poi una retrospettiva al Museo di Bochum e una a Verona, al Museo di Castelvecchio. Nel 1986-1987 continua la sua attività espositiva nei musei di Darmstadt, Düsseldorf, Mannheim, Helsinki. Il 1987 è anche un periodo di grande collaborazione con la società Rosenthal di Selb per la quale studia la facciata di 64 metri del nuovo edificio amministrativo. Nel 1988 Peter Volkwein, direttore del Museo di Ingolstadt, gli commissiona il progetto di una scultura di 40 metri, come simbolo esterno del museo. Nel 1991 trascorre un lungo periodo a Kuala Lumpur, in Malaysia, per progettare l’architettura di un edificio commerciale di 34 piani. Nel 1993 ha la prima importante mostra antologica abbinata di arte e design al Museo Die Neue Sammlung di Monaco che esporrà l’anno successivo a Lisbona al Palacio Galveias per “Lisbona capitale europea della cultura”. Dal 1994 è membro della giuria del Design Center di Essen. Nello stesso anno assume l’incarico di presidente del Museo Internazionale di Design Ceramico a Cerro di Laveno, Varese, incarico che manterrà per tre anni. Dal 1995 al 1997 è docente di arte e design all’Accademia estiva di Salisburgo. Dal 1997 al 2001 è visiting professor all’Écal di Losanna. Nel 1998 nasce sua figlia Maria Enza, da allora concentra maggiormente il suo lavoro a Varese, città che nel 2000 gli dedica un’importante retrospettiva nel suo museo e un catalogo edito da Charta, Milano. Nel 2000 inizia una collaborazione con “Abitare Baleri” di Bergamo, studiando una collezione di mobili per la casa. Nel 2003 è docente all’Accademia di Brera di Milano. In Svizzera tiene lezioni alla scuola superiore orologiera HEAA di La Chaux-De-Fonds. Dirige la Sommerakademie a Plauen per il risanamento del parco Martin Lutero. A partire dallo stesso anno è presidente dell’Associazione Liberi Artisti della Provincia di Varese. Nel 2004 è coordinatore del progetto “Vivere Venezia 3” all’Università IUAV di Venezia. Su commissione del Wilhelm-Hack-Museum, progetta una grande scultura di 10 metri per la piazza adiacente al museo. Viene eletto membro onorario del Royal Designer for Industry di Londra. Nel 2005 allestisce in Germania un’importante esposizione antologica di arte e design, all’Europäisches Industriemuseum di Plößberg e al Fürstenberg Museum. Inaugura con una sua mostra personale il nuovo Ritter Museum a Waldenbuch. Nello stesso periodo inaugura il suo progetto per piazza Montegrappa a Varese. Nel 2007 progetta l’architettura del centro culturale “Das kleine Museum” a Weissenstadt in Germania. Nel 2008, concomitante alla Biennale di Architettura, il Museo Ca’ Pesaro di Venezia allestisce una sua importante esposizione, che sarà poi integrata ed esposta l’anno successivo al Neues Museum di Nürnberg.
Nel 2010 si inaugura una sua scultura di 11 metri, come simbolo dell’Europäisches Industriemuseum di Plößberg, in omaggio a Philip Rosenthal. Fonda a Varese “Artparty” per la cultura sul territorio. Inaugura una sua retrospettiva alla Casa del Mantegna a Mantova.
Nel 2013 partecipa alla Biennale Internazionale di Scultura di Racconigi. Nel 2014 si dedica alla progettazione di due importanti esposizioni personali, al Museo Nazionale di Bayreuth, in Germania e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Nel 2015 partecipa in Germania a tre esposizioni dedicate a tre temi culturali: a München alla galleria Renate Bender con la mostra dal titolo “Black and White”, a Waldenbuch al Museum Ritter “Ein Quadrat ist ein Quadrat” e a Konstanz alla Galerie Geiger per il 40° anniversario della galleria. Poi altre tre esposizioni su temi diversi a Varese al castello di Masnago a Lugano, alla Cortesi Gallery e al Museum of Art di Fukuyama, in Giappone.
Durante l’anno 2016 ha voluto sperimentare la realizzazione di 9 differenti esposizioni personali in gallerie private: in Italia a Venezia, Milano, Bologna e Verona, in Austria a Graz e Vienna, in Germania a Costanza, più la presenza in due mostre personali in fiere d’arte a Verona e a Padova. Durante il 2016 si è concretizzata inoltre la collaborazione con Marco Orler nata da una reciproca stima personale. Queste esposizioni sono state progettate per spazi diversi al di fuori di considerazioni di solo prestigio, ma ognuna importante per conoscere luoghi, modi, valori umani e professionalità differenti.
Il 2017 non avrà una continuità con le gallerie del 2016 ma vedrà il primo importante impegno espositivo con il Museo MA*GA di Gallarate dall’ 11 marzo al 30 luglio dove avrà modo di ufficializzare la sua Fondazione/Museo Marcello Morandini. All’inizio di quest’anno ha realizzato una importante mostra alla Scuola Grande della Misericordia di Venezia; attualmente si occupa della Fondazione Marcello Morandini, nata nel 2016, della ristrutturazione della sua sede in Varese che sarà operativa anche come museo e della realizzazione dell’impegnativo volume autobiografico/catalogo ragionato.



 





















martedì 3 ottobre 2023

Leonardo Lucchi

 

    francesco Rositani - Pittore – Opere – Quadri – Quotazioni – Ottone Rosai - Casa Museo – Francesco – Cristina  - Alberto Salietti - 

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il Guado
 
il Guado 

 

Cesena 9 dicembre 1952

Studia all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza e si diploma nel 1970. Negli anni Ottanta è agli inizi della sua carriera e partecipa a diverse edizioni della Biennale Giovani, mentre allestisce le sue prime mostre personali in gallerie locali (Ravenna, Riccione, ecc…).

 

Questo primissimo periodo della carriera artistica di Lucchi vede nascere figure equestri e umane: cavalli “… modellati negli scatti della corsa e nei ripiegamenti del riposo, studiati nell’attimo infinitesimale di un fotogramma…”; “uomini del circo, che continuano nelle loro esibizioni il mito della forza e della destrezza”. E comincia già da ora quella “ricerca che impressiona per l’equilibrio delle masse, il modellato quasi morbido, il chiaro significato di composizioni plastiche…”.

 

Nel 1987 espone alla Galleria Athena di Modena e nel 1988 alla Galleria F. Russo di Roma. Queste personali segnano un nuovo corso nella produzione dell’artista che, sviluppando diversi temi si ripropone già nel 1991 a Roma, sempre alla Galleria F. Russo con una rassegna di opere inedite.

E’ di questo periodo l’incontro col regista Pupi Avati che nei primi mesi del 1989 gira il film “Storia di ragazzi e ragazze”. I due artisti si erano conosciuti a Cesena in occasione della proiezione di un ciclo di film del regista bolognese che afferma: “… avevo intuito in lui capacità non comuni; è nata poi l’amicizia e la collaborazione professionale”.

 

Nelle immagini del film le mani di Lucchi modellano un elefantino che, una volta essiccato e cotto, viene immerso nel bagno galvanico e reso brillante come se fosse una fusione d’argento. Era l’immagine illusoria di una ricchezza che non c’era; un soprammobile tanto di moda a quei tempi, che veniva regalato con beneauguranti auspici a chi si sposava. Nel 1989 un altro importante appuntamento lo attende in estremo oriente: un “Cristo risorto” ed un’imponente Via Crucis sono collocate nella Catholic Church of the Holy Trinity di Singapore, dove trovano posto anche le opere di altri artisti italiani.
La Repubblica di San Marino gli chiede poi di realizzare due monete d’oro a corso legale da uno e due scudi, per commemorare il bicentenario della Rivoluzione Francese.

 

La città di Cesena invece gli commissiona un grande monumento a Don Carlo Baronio, un umile sacerdote che ha significato molto per i poveri di questa città. Il gruppo scultoreo che si compone di cinque figure viene infatti donato alla città dagli stessi ex-allievi del prete cesenate. In seguito diverse altre statue monumentali si collocano a Cesena: ricordiamo il “San Pio da Pietrelcina” presso il convento delle Suore Cappuccine e il “San Giovanni Battista” presso la Chiesa Cattedrale.

 

Nell’estate del 1991 Lucchi è invitato a Londra dall’Accademia delle Arti e delle Arti applicate, la più importante galleria d’esposizione italiana nella capitale inglese: Lucchi vi espone una trentina di opere che riassumono la sua attività artistica degli ultimi anni, un’attività attratta in particolar modo dalla gestualità naturale di delicate figure femminili e dallo studio del movimento in tutte le sue fasi.
Alla fine del 1991 l’esposizione cesenate che inaugura lo spazio ricavato dalla settecentesca ex-Pescheria lo vede protagonista nella sua città.

 

I successivi dieci anni sono un continuo succedersi di esposizioni e riconoscimenti (cfr. elenco mostre personali e collettive in questo sito) tra le quali vale la pena ricordare:

  • “25 Anni di Scultura in Europa” al Castello del Verginese di Ferrara,
  • “Le Forme del Fuoco” Montenapoleone Milano,
  • “L’Anima e le Forme” al Museo Civico Archeologico di Bologna (1997), curate dalla Fonderia Venturi Arte.

 

Nel giugno del 2002 Lucchi inaugura il nuovo studio nel cuore della sua città: un ambiente vasto e luminoso, luogo di lavoro e di esposizione insieme, in cui l’artista continua il rapporto diretto instaurato col suo pubblico da anni: come già avvenuto in passato infatti, l’artista intende offrire un luogo d’incontro e di scambio culturale ed umano accessibile a tutti, nel quale si respiri quell’aria carica di emozioni e sentimenti che è alla base di ogni ispirazione ed espressione artistica.

 

In ottobre espone a Parigi, nella centrale Galerie Sibony, dove riscuote ampio successo di pubblico europeo e d’oltre-oceano e poco dopo, in novembre si svolge a Cesena l’importante antologica “Quiete e movimento nel gioco degli equilibri” presso le antiche sale di Palazzo Romagnoli. E’ una raccolta ampia e significativa di tutto il lavoro di Lucchi degli ultimi vent’anni nella quale si può cogliere e ammirare lo svolgersi di tutti i temi a lui cari e si staglia la sua predilezione per quegli “equilibri mirabili… baricentri impossibili…“, come vengono definiti dal critico d’arte Gustavo Cuccini nell’introduzione alla monografia pubblicata per l’occasione, che infondono stupore e meraviglia nel visitatore.

 

Nel 2003 e 2004 Lucchi realizza diverse opere monumentali tra le quali ricordiamo il Gruppo scultoreo dedicato ai caduti della Seconda Guerra Mondiale, collocato presso il Cimitero di Terni e il monumento a Madre Teresa di Calcutta antistante l’Ospedale di Cesena.

 

Continuano intanto le mostre personali in Francia e in Italia: a Palermo presso Seledi Art Gallery e a Roncofreddo nel Palazzo della Rocca da poco restaurato.

 

A Natale 2004 Lucchi torna a Parigi (Galerie Ariel Sibony) con una nuova personale e nel 2005 espone per la prima volta in Svizzera a St. Gallen e in altre città.

 

E’ presente inoltre, attraverso le gallerie che lo rappresentano in permanenza, alle più importanti fiere dell’arte contemporanea:

 

  • Arte Fiera – Bologna;
  • Expo Arte – Bari;
  • Lineart – Gant (Belgio);
  • Europ’Art – Ginevra (Svizzera) ed altre.

 

Sue opere sono in esposizione permanente presso la Galleria F. Russo di Roma e in Francia presso le Gallerie Sibony di Parigi, Daudet di Toulouse, Raugraff di Nancy, Damon di Poitiers, Cimaise di Besançon e Platini di Annecy.









venerdì 19 maggio 2023

Xante Battaglia

 

    francesco Rositani - Pittore – Opere – Quadri – Quotazioni – Ottone Rosai - Casa Museo – Francesco – Cristina  - Alberto Salietti - 

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Xante Battaglia - 2 Figure


Biografia
Ormai celebre in ambito internazionale per le icone totemiche di donne possenti, portatrici di un messaggio universale, eterno e immutabile, che fecondano tutta la sua produzione pittorica diventandone l’inconfondibile cifra linguistica. I colori caldi e decisi della sua Calabria rimangono una componente irrinunciabile della sua pittura che indaga senza pudore l’immaginario di un mondo arcaico intriso di mistero, in cui domina e si impone una componente metafisica ed enigmatica che arriva a trascendere il puro visibilismo della figurazione. In una dimensione mitica l’artista si scopre sciamano di quella spiritualità mediterranea, così commista di paganesimo e religiosità, che trova la sua radice culturale nell’archetipo della Madre Terra. Pittore e scultore italiano nato a Gioia Tauro nel 1943. Dal 1963 vive ed opera a Milano. È un artista poliedrico ed eccentrico, tanto da demistificare continuamente il potere. 

Mostre
ive ed opera a Milano. È un artista poliedrico ed eccentrico, tanto da demistificare continuamente il potere. Grandi storici dell’arte di fama internazionale gli hanno dedicato numerose pubblicazioni: Pierre Restany, Gregory Battcock, Michel Tapiè, Thomas M.Messer, Carlo Franza, Giulio Carlo Argan, Luigi Carluccio, Franco Passoni, Rossana Bossaglia, Caterina Coluccio, Bruno Zevi, Dino Buzzati, Silvio Ceccato, Genevieve Olivier, William Zimmer, Gabriele Mandel, Luca Beatrice e Francesco Gallo. È titolare della prima cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. È stato titolare della prima Cattedra di Pittura all’ Accademia di Belle Arti di Venezia ed ha anche insegnato nelle Accademie di Catania, Macerata, Reggio Calabria e Carrara. Ha inoltre tenuto incontri e conferenze in prestigiose istituzioni italiane ed estere come alla New York University, alla Università IULM di Milano, alla Fondazione Verdiglione di Milano, al centro di Psicologia Integrata di Milano. Ha esposto tra l’altro alla Bonino Gallery di New York, alla Biennale di Venezia, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, Al Palazzo della Permanente di Milano, al Grand Palais di Parigi ed in altre innumerevoli gallerie pubbliche e private in Europa e negli Usa.





lunedì 20 febbraio 2023

Joan Mirò

    francesco Rositani - Pittore – Opere – Quadri – Quotazioni – Ottone Rosai - Casa Museo – Francesco – Cristina  - Alberto Salietti - 

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1. Pittore, scultore e ceramista, Joan Miró (Barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983) è uno dei più importanti artisti spagnoli di sempre, eppure da giovane non sembrava questo il suo destino. Quando era ragazzo infatti, la famiglia lo convince a studiare economia per lavorare come contabile in una drogheria. Sarà un esaurimento nervoso all’età di 18 anni a fargli cambiare vita.

2. A 27 anni (1920) Miró si trasferisce a Parigi. Lì conosce Picasso e frequenta il circolo dada di Tristan Tzara; questi eventi giocheranno un ruolo chiave nel suo percorso di formazione artistica.

3. Torna a Barcellona dodici anni dopo ma allo scoppio della Guerra Civile Spagnola è costretto a fuggire a Parigi. Nel 1940 però la capitale francese viene invasa dalle truppe naziste, così Miró è costretto ancora a fuggire. Tornerà in Spagna, per andare a vivere nei luoghi a lui più cari, la campagna catalana e l’isola di Maiorca.

4. Durante la Guerra Civile Spagnola si unisce alla causa dei Repubblicani, raccogliendo fondi per loro. All’Esposizione internazionale di Parigi del 1937, Miró dà il suo contributo all’allestimento del padiglione della Spagna Repubblicana col suo enorme murales El segador (simbolo dell’identità catalana).

5. È considerato il più fervente esponente del surrealismo, ha infatti palesato il suo disprezzo per la pittura convenzionale dichiarando che andrebbe “stuprata, uccisa e assassinata”. La realtà per Miró è un punto di partenza, mai di arrivo.

6. Le opere di Miró conservano un aspetto onirico e allucinatorio grazie all’impiego di colori forti e decisi come il giallo, il nero, il rosso o il blu. È fatta di forme essenziali, come se l’artista spogliasse il soggetto di tutto ciò che è superfluo.

7. Le sue opere principali sono la Dona i ocell (1983 – sopra) al parco Joan Mirò di Barcellona, Femme (1981), L’etoile matinal (Stella mattutina – a fondo pagina) che fa parte della serie “Costellazioni” (1939-1941) o il murales Sole e Luna (Walls of the Sun and the Moon) realizzato nel 1958 per il palazzo dell’Unesco.

8. Grande sperimentatore e artista eclettico, Miró usa ogni tipo di materiale come base per i suoi lavori: tele, cartoni, masonite, pezzi di ferro: tutto ha dignità per divenire opera d’arte. La sua creatività non si esprime solo attraverso la tecnica del dipinto ma anche per mezzo di collage, sculture, monumenti, litografie, ceramiche, scenografie, arazzi ecc.

9. Una delle sue opere più famose, il celebre Arazzo del World Trade Center è andata perduta nel disastro dell’11 settembre.

10. Il governo portoghese per fare fronte alla crisi nel febbraio 2014 ha messo all’asta circa un’ottantina di opere di Miró acquistate nel 2006 dal Banco Portogues de Negocios, fallito e nazionalizzato. La decisione ha suscitato enormi polemiche in Portogallo.