lunedì 12 agosto 2019

Alberto Salietti

Francesco Rositani - Pittore – Opere – Quadri – Quotazioni – Ottone Rosai - Casa Museo – Francesco – Cristina  - Alberto Salietti - 

http://www.brundarte.it/2019/12/06/picasso-lodola-mostra-arte-moderna-contemporanea-brindisi/



Nato a Ravenna il 15 marzo 1892, morto a Chiavari il 19 settembre 1961.
S'interessò all'arte ben presto, essendo il nonno, il padre, gli zii dei decoratori murali. Nel 1904 si trasferì a Milano, ove, dopo un biennio di studi ginnasiali, si dedicò alla pittura, aiutando per qualche tempo il padre e frequentando poi, sino al 1914, i corsi dell'Accademia di Brera.
Combattè nella guerra 1915-1918; dopo questo periodo ebbe inizio la sua presentazione ad esposizioni e manifestazioni d'arte; fra le mostre in cui ottenne premi citiamo: l’Internazionale di Barcellona, 1929; quella di Budapest, 1936; la Mostra dell'Istituto Carnegie di Pittsburg, 1936; l'Esposizione mondiale di Parigi, 1937; la II e III Quadriennale Roma; la XXIII Biennale di Venezia (nel 1942, ricevendo il Gran Premio per la pittura); la mostra La Bella Italiana, a Milano, nel 1952; il Premio Marzotto, nel 1955 e 1956; il Premio Garzanti nel 1957; il Premio del Comune di Milano nel 1959; la medaglia d'oro a Firenze, al Premio del Fiorino, nel 1961; la XXII Biennale d'Arte alla Permanente di Milano, nel 1961, il premio Bagutta-Vergani.
Fu uno degli iniziatori del gruppo di «Bottega di Poesia»; fu tra i fondatori delle Mostre del Novecento Italiano e fece parte del gruppo «Sette pittori moderni», alla Galleria Milano, con Carrà, Sironi, Tosi, Bernasconi, Funi e Piero Marussig.
Fu socio onorario dell'Accademia di Brera; nel 1936 la Wiener Secession lo nominò suo membro corrispondente; dal 1933 al 1936 fece parte del Consiglio Superiore per le Anti¬chità e Belle Arti; fu insignito di due onorificenze all'estero.
Egli coltivò la pittura ad olio, l'incisione, l'affresco, il mosaico. Sue opere sono ospitate in numerose collezioni private, in alcune chiese, nelle Gallerie d'Arte Moderna di Roma, Milano, Firenze, Genova, Torino, Verona, Ravenna, nei Musei di Cleveland (U.S.A.), Montevideo, San Paolo del Brasile, Mosca, Varsavia, Riga, al Jeu de Paume a Parigi, Zurigo, Berlino, Monaco di Baviera.
Dopo la sua morte, una mostra commemorativa gli venne dedicata a Milano, nel 1964, al Palazzo della Permanente; nel 1967, a Milano, alla Galleria Gian Ferrari; nuovamente alla Gian Ferrari, nel 1969, per le tempere; nel 1970, a La Panchetta di Bari; nel 1971, ancora a Milano, alla Galleria Cortina, per le opere grafiche. Una mostra postuma venne pure organizzata dall'Azienda di Soggiorno e Turismo di Chiavari, nel 1972, a Palazzo Torriglia, con una selezione di opere pittoriche e grafiche.















lunedì 17 giugno 2019

Enrico Baj

Francesco Rositani - Pittore – Opere – Quadri – Quotazioni – Ottone Rosai - Casa Museo – Francesco – Cristina  - Enrico Baj - - https://www.dietadelmonacobuddista.it/
http://www.ladietadelmonacobuddista.it/

Matilde di Canossa - 1971
                                           Matilde di Canossa - 1971





Nato a Milano il 31 ottobre 1924, Enrico Baj è fra i più importanti artisti italiani contemporanei.

Protagonista delle Avanguardie degli anni Cinquanta e Sessanta, accanto a Fontana, Jorn, Manzoni, Klein, Baj ha stretto rapporti con Max Ernst, Marcel Duchamp, E. L. T. Mesens, e altri artisti del gruppo CoBra, con il Nouveau Réalisme, il Surrealismo e la Patafisica.


Nel 1951 Baj fonda a Milano, con Dangelo e Dova, il "Movimento Nucleare"; nel 1954, in opposizione alla sistematica ripetitività del formalismo stilistico, dà vita con Asgern Jorn al "Mouvement International pour une Bauhaus Imaginiste” contro la forzata razionalizzazione e geometrizzazione dell'arte.


I collages policromatici e polimaterici pervasi da una vena giocosa ed ironica, costituiscono l’icona della vena satirica dell'artista milanese: lo smembramento delle forme per esprimere la deflagrazione della materia e dell'immagine.


L’opera di Baj si articola per periodi, tutti improntati all'ironia dissacratoria e al rinnovamento dell'espressività: filoni ludici e giocosi come ne "Gli specchi, i mobili, i meccani, le dame, le modificazioni, i d’apres" si integrano con la denuncia della violenza e del degrado.


Dalle prime figurazioni del Periodo Nucleare (1951) manifesta un grosso impegno contro ogni tipo di aggressività che, attraverso i grotteschi collages “I Generali (1959)” e "Le parate militari", approda a tre grandi opere: "I funerali dell’anarchico Pinelli" (1972), "Nixon parade" (1974) e "L’Apocalisse" (1979).


Con "Epater le robot" (1983) e "Manichini" (1984-87) Baj accentua la critica alla contemporaneità e all’uso indiscriminato delle tecnologie, mentre con "Metamorfosi e metafore" (1988), "Mitologia del Kitsch" (1989) e "Il giardino delle delizie" denuncia la corruzione del gusto generata dalla cultura del prodotto industriale.


Nel 1993 inizia il ciclo delle "Maschere tribali, dei "Feltri" e dei "Totem. Il 1999 è caratterizzato dai 164 ritratti dei Guermantes tratti dalla Recherche di Proust.
L’accostamento di pittura e letteratura ha sempre costituito per Baj fonte di inesauribile ispirazione.


I rapporti con poeti e letterati italiani e stranieri sono testimoniati da una serie di cinquanta libri d’artista, corredati da stampe e multipli, che vanno dalle opere di poeti dell’antichità classica come Lucrezio, Marziale, Tacito ed autori via via più vicini, tra i quali: Lewis Carrol, John Milton, André Breton, Edoardo Sanguineti, Roberto Sanesi, Umberto Eco, Alda Merini.
Memorabili anche le sue incursioni nel mondo del teatro con le famose marionette realizzate per lo spettacolo "Ubu Roi" di Alfred Jarry del 1984.


Artista-intellettuale inquieto, Baj ha costantemente intrecciato l'attività creativa con la riflessione sull'arte.


Alla metà degli anni '50 collabora alle riviste "Il Gesto" e "Phases".
Ha pubblicato numerosi libri tra i quali “Patafisica”, “Automitobiografia”, ”Impariamo la pittura”, “Fantasia e realtà” con Guttuso, “Ecologia dell'arte”.


Ha collaborato, soprattutto nel corso degli anni Ottanta, con importanti giornali e riviste, come “Il sole 24 ore” e il “Corriere della sera”. Ha esposto nei maggiori musei e gallerie del mondo.


Enrico Baj muore a Vergiate (Varese) il 16 giugno 2003.